La riflessione qui condotta, porta ad affermare con forza che la comunione è essenziale per la comunità religiosa, in quanto espressione della vita della Chiesa. Il Concilio ci ha lasciato una preziosa eredità spirituale per noi religiosi, spronandoci ad essere autentici discepoli di Cristo, e servitori della comunione fraterna in una società come quella odierna dove urge annunciare l’unità non solo dentro la Chiesa ma anche nella società così divisa nei valori ma anche nelle sue radici. Essere profeti di comunione, è l’anelito profondo della vita consacrata oggi, soprattutto in vista della crisi vocazionale che la investe. E’ chiaro che senza una comunità unita non può esserci una testimonianza che trasmetta gioia, speranza, e carità come espressione dell’amore di Gesù. La comunità religiosa marianista vuole trasmettere e vivere questa gioia, che altro non è che la gioia di Maria che come Madre infonde amore nel cuore dei suoi figli.
In questo elaborato si mette per noi marianisti lo spirito di famiglia, che tanto caro era al padre fondatore, il quale lo raccomandava per conservare l’unità tra i membri e superare le divisioni, che molte volte potevano frapporsi nel loro cammino. Si rende necessario fare famiglia prima di tutto dentro le comunità, e poi anche fuori, farlo solo fuori e dimenticarsi dei fratelli della comunità, non è segno di testimonianza credibile. Alle relazioni fraterne vanno eliminate gli interessi personali, al fine di essere liberi e di amare con cuore indiviso tutti come fratelli.