La dottrina mariana del Montfort è uno sviluppo della spiritualità berulliana. Tale consacrazione è cristocentrica in quanto rispetta l’unica mediazione di Cristo e costituisce una via per giungere alla maturità spirituale. Sebbene il Montfort ricorra a vari termini per spiegarne il contenuto (schiavitù d’amore, contratto di alleanza…), quando deve definirla fa perno sul concetto di consacrazione, collegandola direttamente con il battesimo.
Per lo Chaminade, due elementi caratterizzano la devozione mariana: essa è filiale e apostolica. L’idea di filiazione non è sconosciuta nella storia della pietà mariana anteriore allo Chaminade; ma specialmente nella «scuola francese», l’accento è posto più sulla schiavitù che sulla filiazione. Con lo Chaminade quest’ultima angolatura viene sottolineata in maniera preponderante. Fra tutte le virtù di cui il Verbo incarnato ci ha dato l’esempio, quella che dovrà essere maggiormente imitata è l’amore filiale di Gesù per la Madre: amore eterno, perché eterno è il piano della redenzione. In tal modo la dottrina dello Chaminade può dirsi racchiusa nella essenza del cristianesimo che consiste nell’imitare Cristo e nel vivere la sua vita. L’altra caratteristica della pietà mariana dello Chaminade è la sua fisionomia apostolica. Essa si trova già presso gli scritti del Montfort (che lo Chaminade non poteva conoscere perché ritrovati nel 1842), ma viene collocata al primo posto e costituisce la ragion d’essere del donarsi a Maria e quindi dell’entrare in alleanza con lei. In sintesi si tratta di una spiritualità cristocentrica-mariana e apostolica.